Legge anti suicidi [2024]: che cos’è e quando applicarla?

La legge salva suicidi per non morire di debiti: ecco come funziona e a chi rivolgersi

Le difficoltà economiche negli ultimi anni hanno rivelato quanto sia mutevole l’equilibrio economico di privati e imprese. A supporto delle situazioni di emergenza si sono prodotte alcune norme per intervenire tempestivamente. La Legge Anti-suicidi del 2012 ha presentato una definizione delle procedure per organizzare l’estinzione del debito in maniera da tutelare le necessità di creditori e debitore. Da luglio 2022, il nuovo Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza ha integrato le regole in un quadro più ampio.

Nuova legge anti suicidi: cosa cambia?

Con l’entrata in vigore del nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), le procedure della legge Anti-suicidi sono state integrate in un quadro più ampio. A partire dal 15 luglio 2022 i nuovi procedimenti sono regolati dal nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.lgs. 83/2022), mentre solo quelli precedenti seguono ancora le regole della legge Anti-suicidi.

La novità sostanziale è che le procedure di sovraindebitamento sono coordinate con tutte le precedenti norme del diritto concorsuale. La definizione di sovraindebitamento passa da quello di una “rilevante difficoltà” della legge Anti-suicidi a quello di crisi o di insolvenza, che comportano l’inadeguatezza dei flussi di cassa futuri per far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi (D.lgs. 83/2022 Art. 2, comma 1).

Il nuovo CCII è rivolto alle stesse categorie previste dalla Legge Anti-suicidi sopra elencata: non solo i privati in quanto consumatori, ma anche i professionisti, le microimprese e le startup, oltre alle imprese agricole e agli enti privati. Questo impone all’imprenditore di adottare un’impostazione proattiva per la gestione della crisi dell’impresa.

In particolare, allo scopo di favorire l’emersione anticipata della crisi nelle imprese, l’Articolo 3 comma 1 del nuovo CCII richiede che l’imprenditore individuale adotti misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato di crisi e assumere le iniziative necessarie a farvi fronte. Per l’imprenditore individuale è sufficiente tenere una contabilità semplificata: per la sua attività, basta che questi registri le fatture di vendita e di acquisto, senza essere tenuto a contabilizzare tutti i movimenti economici dell’azienda. Se da un lato questa semplificazione va incontro alle minori capacità organizzative, dall’altra non permette di avere il polso della sua situazione economica.

Uno stato di stress finanziario potrebbe sfociare in una crisi prima che l’imprenditore individuale se ne accorga. In accordo con l’articolo 3 del codice della nuova CCII, lo strumento più adeguato è quello del ‘budgeting.’ Per l’imprenditore individuale sarà necessario organizzare i seguenti budget:

  • Budget di tesoreria
  • Budget di costi
  • Budget di ricavi

Cioè, l’imprenditore individuale dovrebbe fare delle previsioni sui ricavi che pensa di ottenere nei prossimi mesi, sulle spese per ottenere quei ricavi e sullo stato della sua liquidità. Queste previsioni dovrebbero avere un orizzonte di breve durata di due mesi, per poter avere in breve tempo il riscontro tra le previsioni e le situazioni reali. Analizzando gli scostamenti tra budget previsionali e fatture emesse, l’imprenditore potrà decidere quali azioni prendere.

La nuova CCII conferma le procedure già previste con la legge Anti-suicidi e sopra descritte: la proposta di liquidazione del patrimonio, l’accordo per la ristrutturazione del debito e il piano del consumatore. Col ricorso alla figura dell’esperto indipendente, l’imprenditore può cercare di avviare il risanamento dell’impresa, qualora le condizioni lo permettano.

Tra le altre novità introdotte, c’è anche l’obbligo delle banche di segnalare agli organi di controllo le modifiche, le revoche o le sospensioni degli affidamenti, che rappresenta uno dei primi segnali dell’incorrere della crisi.

Legge anti-suicidi: ecco come funziona

La crisi del debito sovrano di dieci anni fa ha mostrato quanto le condizioni economiche delle persone possano cambiare rapidamente. Situazioni solide possono trasformarsi in insolvenze e sofferenze in poco tempo, se le entrate economiche vengono a mancare. 

La legge Anti-suicidi (L. 3/2012), così chiamata giornalisticamente o anche legge cancella debito, è una norma che ha introdotto importanti novità per i soggetti sovra indebitati. Elemento centrale della legge è appunto la definizione di sovraindebitamento come “la situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina la rilevante difficoltà di adempiere le proprie obbligazioni, ovvero la definitiva incapacità di adempierle regolarmente” (L.3/2012 art. 6 comma 2).

Perché una persona si trovi in situazione di sovraindebitamento è sufficiente che il suo patrimonio non possa essere dismesso in tempi utili a pagare i debiti contratti o che non gli sia concesso di fare ricorso al credito. In una situazione di crisi economica, la difficoltà a vendere un immobile o la repentina chiusura del credito bancario possono rendere impossibile l’estinzione di debiti altrimenti facilmente ripagabili. Perché si parli di sovraindebitamento, lo squilibrio deve essere duraturo: una temporanea carenza di liquidità non comporta necessariamente una massa di debiti eccessiva.

Questa legge si applica ai debitori non fallibili e permette loro di proporre ai creditori un modo per ristrutturare il debito. Questa facoltà è stata poi estesa ai soggetti con debiti contratti al di fuori della loro attività professionale o di impresa dal Decreto crescita bis (D.L. 179/2012). Un elenco dei soggetti a cui si riferisce la normativa comprende:

  • Le persone fisiche
  • I professionisti
  • Le aziende agricole
  • I piccoli imprenditori non fallibili
  • Le startup innovative
  • Gli enti del terzo settore

In particolare, i piccoli imprenditori sono tali se negli ultimi tre anni il loro fatturato è rimasto sotto i 200 mila euro, il loro debito complessivo è stato inferiore ai 500 mila euro e il patrimonio della loro azienda non ha superato i 300 mila euro.

Per alleviare la loro posizione debitoria, questi soggetti possono proporre ai creditori un piano di ristrutturazione dei debiti contratti che contemperi l’esigenza di tutelare i crediti con quella di mantenere un livello di sopravvivenza economica accettabile da parte dell’indebitato.

Per favorire la procedura di composizione del debito, nel 2014 sono stati introdotti gli Organismi di Composizione della Crisi (Dm 202/2014), enti terzi indipendenti a cui i debitori legittimati possono rivolgersi per definire il piano di rientro da proporre ai creditori.     

Grazie alla legge Anti-suicidi, il debitore può ottenere la facoltà di ripagare i debiti secondo scadenze diverse da quelle definite con i creditori ed eventualmente ottenere l’esdebitazione: il sovra-indebitato potrà cioè limitarsi a pagare solo una parte dei debiti e ottenerne la remissione per la parte restante qualora abbia dimostrato un comportamento collaborativo durante la procedura di composizione. Questo significa che, tra le altre cose, il debitore non deve aver ritardato la procedura, né deve aver agito illecitamente per sottrarre parte del patrimonio alle richieste dei creditori. Inoltre, il debitore non deve aver già beneficiato della domanda di esdebitazione negli otto anni precedenti.

Nel complesso, la legge 3 2012 permette tre distinte procedure:

  • La procedura di liquidazione del patrimonio
  • L’accordo per la ristrutturazione del debito
  • Il piano del consumatore

La procedura di liquidazione dei beni permette di far ricorso al patrimonio del debitore per abbattere il debito contratto. L’intero patrimonio concorre alla soddisfazione dei creditori con alcune eccezioni, come quelle dei beni e dei crediti impignorabili; dei crediti alimentari; degli stipendi, dei salari e delle pensioni per la quota necessaria al mantenimento della famiglia. Per l’esecuzione della procedura, il debitore deve nominare un Organismo di Composizione della Crisi (OCC) e comunicare al tribunale la nomina. Questo Organismo di Composizione della Crisi si occuperà di riepilogare la condizione del debitore e del suo patrimonio, validando la proposta per la procedura di liquidazione. Al Giudice spetta la decisione sull’accettabilità della proposta, da cui ne consegue l’esecuzione della procedura. Dell’esecuzione materiale viene incaricato un liquidatore da parte del Tribunale. 

Con l’accordo di ristrutturazione del debito, imprese non fallibili ed enti privati possono proporre un piano di rientro dal debito, che si riterrà accettato se ottiene il consenso dei creditori che vantino almeno il 60% dei debiti del debitore.  

Le sole persone fisiche che abbiano contratto debiti al di fuori della loro attività lavorativa o professionale possono accedere al piano del consumatore. Con questo piano, il consumatore-debitore può proporre un pagamento rateizzato a cui si aggiungano eventualmente lo stralcio di una parte del debito o la cessione di alcune attività patrimoniali. Spetta al Giudice approvare e rendere esecutivo il piano del consumatore, indipendentemente dall’eventuale consenso dei creditori.  


Esempi di applicazione in Italia della legge salva-suicidi 

Ha fatto clamore il caso del 2023 di Taranto dove il tribunale ha cancellato una esposizione di oltre 200mila euro, accogliendo la tesi dell’avvocata Alessandra Tursi, difensore di un cittadino tarantino. L’avv. Tursi ha richiesto l’applicazione della nuova legge anti-suicidi. La normativa introdotta con il decreto Ristori del 2020 ha modificato la legge ‘anti-suicidi’ varata nel 2012, introducendo la procedura a favore dei soggetti sovraindebitati che hanno perso ogni patrimonio (la cosiddetta esdebitazione).

L’obiettivo della norma è di offrire la possibilità al debitore, persona fisica, di liberarsi integralmente dei propri debiti, anche nelle ipotesi in cui non abbia beni da mettere a disposizione di creditori concorrenti. Il giudice ha così accolto il ricorso per l’esdebitazione del debitore incapiente, valutando le cause dell’indebitamento e la diligenza tenuta dal debitore nell’assunzione delle proprie obbligazioni, nonché delle ragioni che hanno causato il sovraindebitamento.

Il secondo caso è a Napoli, anche primo in Campania, dove è stata valutata positivamente l’istanza di un ‘debitore incapiente’ da parte del gestore della crisi da sovraindebitamento, Ezio Stellato, dottore commercialista ed esperto in materia di risanamento e riscossione. Il gestore incaricato ha ritenuto possibile applicare il principio del ‘debitore incapiente’ per il contribuente partenopeo moroso.

“Da un’attenta analisi effettuata – ha sottolineato Stellato – è emerso che il soggetto ha un reddito minimo e non ha possibilità di offrire beni alla procedura, utilizza un’automobile usata, non ha effettuato spese folli o irrazionali e ha contratto debiti esclusivamente per sostenere la famiglia con i suoi quattro figli. Il valore etico di essere nato e cresciuto a Scampia mi porta sempre a valutare con tanta attenzione questi casi che non meritano solo una valutazione economica pura ma anche sociale. Con ‘Medì’, esaminata l’istanza e valutata la fattibilità, è stato richiesto il sigillo definitivo al tribunale”.

“Occorre evidenziare – ha aggiunto – che questi nuovi strumenti messi in campo sono concretamente più efficaci per salvare le famiglie morose che hanno subito un vero e proprio choc economico con l’emergenza sanitaria, la guerra in Ucraina, il ‘caro energia’ e l’inflazione a due cifre, facendo registrare un aumento della povertà assoluta con due milioni di famiglie che non arrivano a fine mese, delle quali oltre il 40% vive nel Mezzogiorno”.

Legge anti suicidi: a chi rivolgersi?

Se il debitore sente il troppo carico può rivolgersi ad un Organismo di Composizione della Crisi della zona competente. Una volta individuato è necessario inviare domanda all’OCC a sua scelta oppure rivolgersi al Tribunale competente (Cancelleria della Volontaria Giurisdizione) e presentare una domanda per la nomina di un professionista incaricato di svolgere le funzioni di OCC. È esattamente con la presentazione della domanda, all’uno o all’altro ente, ha inizio la procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento.

Legge Anti-suicidi: qual è la procedura?

  • Raccolta dei documenti
    Si valuta la situazione del debitore e se questo può accedere alla legge anti suicidi. Per far ciò è necessario ricostruire la storia del debito ossia tutte le fasi che lo hanno condotto fino a quella situazione di sovraindebitamento, compresi situazione familiare, i redditi percepiti e i beni di proprietà.
  • Predisposizione di un piano di rimborso
    La legge 3/2012 prevede differenti procedure, quindi a questo punto ci si rivolge ad un tecnico del settore per scegliere la strategia più indicata.
  • Nomina del Gestore
    Il debitore, anche autonomamente, può richiedere all’Organismo di Composizione della Crisi la nomina del Gestore; mentre nella fase successiva è necessario un avvocato. Ad ogni modo è consigliato di contattare l’assistenza di un legale già da subito, poiché complessa come pratica.
  • Deposito del Piano in Tribunale
    Da ultimo, soddisfatti i requisiti di legge e della sostenibilità della procedura controllati dal Gestore, il piano viene trasmesso al Tribunale per la valutazione del Giudice.

Legge salva suicidi prima casa

Le norme contenute nel testo della Legge 3/2012, dal momento che quantificano i debiti e stilano un nuovo piano di rimborso con i debiti che possono essere oggettivamente rimborsati, possono coinvolgere anche le rate dei mutui. In caso di mutuo o mutuo prima casa, con la legge salva suicidi, la banca che ha erogato il mutuo non può opporsi alla riduzione del debito, qualora il giudice incaricato lo considera invece fattibile. E il discorso vale per qualsiasi altro creditore.

Legge salva suicidi: costi

Per la presentazione della domanda all’OCC servirà il versamento di un acconto sul compenso specifico, che solitamente si aggira sui 200 euro. Diversamente, se si presenta domanda al Tribunale il costo sarà di 98 euro per il diritto unificato ordinario e la marca da bollo di 27 euro. Infine, vari costi legati all’assistenza tecnica dipendono dai compensi per i professionisti. In questo senso, si può variare dai 1.000 fino ai 10.000 euro.


Il sovraindebitamento è un problema per privati e imprese. Non sempre questo è gestibile dal singolo debitore che, se lasciato a sé stesso potrebbe non avere le forze necessarie per far fronte alla difficoltà. Il costo sociale di questo squilibrio economico può essere altissimo per le famiglie e la comunità. Disporre di strumenti che permettano di contemperare le istanze dei creditori con le possibilità effettive del debitore è uno strumento utile a evitare che il debito porti con sé ulteriori complicazioni. Privati cittadini, imprenditori e liberi professionisti devono sapere che è importante rivolgersi tempestivamente a esperti indipendenti in grado di fornire loro un valido aiuto.

Con questa piccola guida sulla legge anti suicidi, che oggi prende il nome di Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza, ci auguriamo che gli stessi lettori possano trovare più facilmente gli strumenti più adeguati per risolvere il problema il prima possibile. A presto.

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Legge anti suicidi nel 2023: che cos’è e quando applicarla?