Case green: cosa sono e cosa fare entro il 2030

Case green direttiva europea: tutto quello che devi sapere sulle case green entro il 2023, costi e lavori per avere una eco-casa

Da qualche tempo si discute in merito alle case green entro il 2030, case che seguono quell’adeguamento generale a standard abitativi e non che siano più ecosostenibili. Sebbene la direttiva europea, nel contesto più ampio del piano industriale del Green Deal, è stata chiara e parla direttamente degli effetti positivi che il passaggio a case più verdi potrebbero comportare al nostro habitat, in realtà non sono gli unici benefici.

Nella risonanza mediatica è balzato all’orecchio il discorso eco-idelogico, ma a ben vedere ci sono benefici nella conversione green che riguardano il portafoglio dell’abitatore: passare a classi energetiche più nuove, infatti, o sostituire vecchi infissi fa risparmiare tantissimo sulle bollette, e in tempi come questi sappiamo cosa vuol dire. Insomma, aspetti positivi ce ne sono.

Tuttavia, è opportuno capire cosa dice in parole semplici le case green, la direttiva europea entro il 2030, chi deve ristrutturare casa, cosa sono le case green e sopratutto quanto costa ristrutturare per avere una casa green o adeguare condomini. 

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Case green Europa: cosa significa?

Una casa green è semplicemente una casa ecologica, ossia che minimizza gli sprechi e che riesce a produrre energia per vivere all’interno di una casa. Che il mercato immobiliare sia in continua evoluzione questo è chiaro, e la transizione ecologica verso cui procede la società influenza certamente anche il mondo delle case; persino i mutui green.

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Case green: cosa sono e perché se ne parla

In parole molto semplici, le case green sono quelle con classe energetica buona. Come sappiamo, ogni edificio è costituito da una classe energetica più o meno alta e presenta un attestato di prestazione energetica obbligatorio per legge: si chiama APE ed è un tecnico abilitato come certificatore energetico a rilasciarlo. 

La classe energetica diventa così un parametro utile in fase di acquisto perché dà un’idea di quelli che saranno in consumi energetici. In tutto abbiamo oggi 10 classi energetiche che vanno dalla classe A4 (massimo risparmio) alla classe G (minimo risparmio).

La ragione per cui le case green sono al centro dell’opinione pubblica è che da poco è uscita una direttiva europea, ancora in fase di discussione e da approvare, che stabilisce che entro il 2030 tutti i paesi membri dell’Unione dovrebbero acquistare case green o ristrutturare la propria abitazione affinché diventi green.

Posto che il fattore verde è l’efficienza energetica, le case green sono sostanzialmente tutti gli immobili con classe energetica fino alla E (almeno questo è quello che la bozza della nuova legge europea ha preannunciato). 

Case green direttiva europea: cosa dice

Bruxelles ha stabilito che le case europee dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030, per poi progredire alla classe D entro il 2033. Un salto di classe, questo, che richiede un taglio dei consumi del 25%. Tale direttiva, approvata dal parlamento europeo, si chiama “Energy performance of building directive“.

L’obiettivo dell’Unione europea è quello di promuovere la ristrutturazione degli edifici e la bioedilizia, di modo che anche il patrimonio immobiliare possa contribuire a ridurre l’impatto ambientale: ovvero, arrivare per il 2040 a zero emissioni da case e appartamenti e raggiungere così la neutralità climatica entro il 2050. Sebbene la direttiva Ue sulle case green abbia alimentato non poche polemiche, ci sono dei vantaggi sul lungo termine che comporterebbero al titolare dell’immobile, che sicuramente vedrebbe diminuire il costo delle bollette.

Da febbraio, il primo via libera dalla commissione Industria del Parlamento europeo sulla direttiva che riguarda la performance energetica degli edifici (Epbd). E con l’approvazione del testo in commissione Industria – seppur lontano dal definitivo – ha tracciato il calendario con le scadenze per il passaggio al green.

Leggi anche: Green Deal europeo: cos’è e cosa prevede. Il riassunto

Calendario scadenze case green

Gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033.

Gli edifici non residenziali e pubblici il raggiungimento delle stesse classi dovrà avvenire entro il 2027 per la E e per la D entro il 2030.

I nuovi edifici pubblici da realizzare dovranno essere a zero emissioni o Zeb (Zero Energy building) a partire da gennaio 2026.

Tutti gli altri dal 2028.

Case green 2030: cosa bisogna fare

In previsione della normativa Ue sulle case green tutto quello che bisogna fare è prepararsi ad adeguare la propria casa a standard energetici più moderni. Ciò significa compiere il salto della classe energetica quantomeno entro la E, se non D (La classe E prevede un consumo massimo inferiore a 2,60 Ep mentre la D a 2 Ep). Più alta è, e la più alta è A, meglio è per il titolare che trasformerebbe la sua casa in un immobile a energia zero, con consumi inferiori a 30 kwh per metro quadro l’anno.

Capiamo che quello che è necessario fare è migliorare la classe energetica. Ad esempio, per passare dalla classe G alla classe F si potrebbe iniziare con installando un impianto di riscaldamento moderno, sostituendo gli infissi o coibentando le mura. Invece, per saltare dalla F alle E si potrebbe passare al vetro termico e installare termostati intelligenti. Poi, chiaro: se l’obiettivo è raggiungere le classe superiori – D, C, B o A – è necessario mettere in campo interventi più importanti. 

Ad esempio, intervenendo sulle caldaie a condensazione, pompe di calore, coibentazione della casa col cappotto termico di almeno 10 centimetri, oppure perché no installare impianti fotovoltaici e pannelli solari. Ma vediamolo in elenco di seguito.

Come rendere più green la propria casa?

  1. Isolamento termico: l’isolamento termico è un elemento chiave per ridurre i consumi energetici e migliorare l’efficienza energetica dell’edificio. È importante utilizzare materiali isolanti adeguati per le pareti esterne, il tetto e i pavimenti.
  2. Energia rinnovabile: l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, come pannelli solari o una pompa di calore, può contribuire a ridurre i consumi energetici e aumentare l’efficienza energetica dell’edificio.
  3. Ventilazione naturale: la ventilazione naturale è un modo efficace per migliorare la qualità dell’aria all’interno dell’edificio. È importante progettare l’edificio in modo che la ventilazione naturale sia possibile attraverso finestre e porte.
  4. Materiali sostenibili: utilizzare materiali sostenibili, come legno, pietra e argilla, può contribuire a ridurre l’impatto ambientale dell’edificio.
  5. Giardini e tetti verdi: l’utilizzo di giardini e tetti verdi può contribuire a migliorare la qualità dell’aria, aumentare l’isolamento termico e migliorare l’estetica dell’edificio.
  6. Verifica dell’efficienza energetica: infine, è importante verificare l’efficienza energetica dell’edificio attraverso una diagnosi energetica per individuare eventuali problemi e trovare soluzioni per migliorare l’efficienza energetica.

Case green: lavori ed esempi

INTERVENTI E CONVENIENZA

TETTO

La coibentazione consente di isolare l’interno dall’esterno, trattenendo colore in inverno ed evitarne l’ingresso dello stesso in estate

CAPPOTTO TERMICO

Oltre evitare le cose precedenti, isola acusticamente l’edificio

INFISSI

Sostituire gli infissi consente di migliorare l’efficientamento energetico di casa. Infatti, un vecchio infisso è responsabile della dispersione del 30% di calore

STUFA

Con una stufa si può risparmiare fino al 40%, ma dipende dalla quotazione del pelle

POMPA DI CALORE

Si stima un risparmio dal 30 al 60%

PANNELLI FOTOVOLTAICI

L’installazione del fotovoltaico rende casa autosufficiente

RISCALDAMENTO A PAVIMENTO

Consente una diffusione del calore omogenea, contenendo i consumi

CALDAIA

Quelle a condensazione consumano il 20% in meno

case green entro il 2023: la direttiva europea

Tabella delle classi energetiche

In Italia, le classi energetiche degli immobili sono determinate dal Decreto Ministeriale n. 192/2005 e successive modifiche, che stabilisce le metodologie di calcolo dell’indice di prestazione energetica (IPE) degli edifici. L’IPE è espresso in kWh/m² anno e indica la quantità di energia necessaria per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria per unità di superficie dell’edificio. Eccola la tabella.

Classe Energetica

IPE (kWh/m² anno)

A+

fino a 15

A

da 15 a 25

B

da 25 a 50

C

da 50 a 75

D

da 75 a 100

E

da 100 a 150

F

da 150 a 230

G

oltre 230

Esistono anche classi più efficienti come A++ e A+++, ma non esiste un obbligo di certificazione per queste classi, sono solo degli standard di riferimento per gli edifici a bassissimo consumo.

Per avere un’idea della classe energetica della tua abitazione, è possibile fare una diagnosi energetica, in cui un professionista specializzato valuta l’efficienza energetica dell’edificio e fornisce un certificato di prestazione energetica (APE) che indica la classe energetica dell’edificio e le azioni necessarie per migliorarla. Ma vediamolo nel dettaglio qui di seguito.

Dove leggere la classe energetica di casa?

Si può scoprire che classe energetica è la propria casa andando a leggere il documento APE, o l’antecedente ACE. Tale patente energetica tecnicamente dovrebbe già essere in mano del proprietario dell’immobile. Ad ogni modo, come indicato sul sito del Cened, è possibile richiedere una l’attestato o una copia al certificatore che ha redatto il documento originale, ad un altro certificatore iscritto delegato dal proprietario mediante modulo scaricabile, oppure rivolgendosi ad un notaio/pubblico ufficiale registrato al sito Cened. È possibile trovare un certificatore grazie al tool del sito.

Case green in Italia

Il fatto che in Italia la notizia della direttiva Ue sulle case green abbia sollevato un polverone non deve sorprendere. Il nostro paese, infatti, ha un patrimonio edilizio molto vecchio, dove il 60% degli edifici si collocano tra la classe F e la G; ovvero, le peggiori.

Basta considerare che ad oggi per costruire un nuovo edificio il requisito minimo per la classe energetica è la D, sebbene le nuove costruzioni vertano direttamente sulla classe A. E se leggiamo i dati Istat e Cresme, capiamo allora come la percentuale di cui sopra riveli quanto sia vetusto ed energivoro il nostro patrimonio edilizio.

Su circa 12,5 milioni di edifici residenziali 7,16 milioni sono precedenti al 1970 e 11,2 milioni hanno più di trent’anni. Stando ai dati, ci sono circa a 4,5 milioni di edifici in classe G e circa 3,2 milioni in F che dovrebbero compiere il salto di classe, una con una ristrutturazione più radicale, l’altra un po’ meno incisiva. 

Come spiegato in una nota Fabrizio Capaccioli di Green Building Council Italia:  “Siamo consapevoli che il patrimonio edilizio italiano da rigenerare è assai consistente e che è molto costoso per i privati poter trasformare tutti gli impianti ad energia pulita entro il 2030. Ma è uno sforzo che dobbiamo necessariamente compiere. Prima di tutto perché in Italia la gran parte del costruito, che risale agli ’70, è altamente energivoro ed inquinante e mette a repentaglio qualsiasi tentativo di avviare una vera transizione ecologica, senza la quale non c’è futuro”. 

“Ma i privati non devono essere lasciati soli, occorre mettere in campo il più grande patto per lo sviluppo sostenibile in edilizia che sia mai stato pensato in un accordo tra istituzioni di ogni livello e categorie professionali del settore. Il piano di finanziamenti del PNRR è una base da cui partire ma vanno pensati nuovi e più efficaci incentivi per la casa, che non lascino spazi a frodi e ritardi. L’Italia è un Paese pieno di risorse e competenze molto avanzate, Milano e Roma sono tra le città d’Europa dove si stanno riqualificando il maggior numero di edifici vetusti. È un ottimo segnale”.

Case green: quanto costa ristrutturare?

Il costo di una ristrutturazione per trasformare una casa in un edificio green, infatti, dipende da molte variabili, come la grandezza dell’edificio, la qualità dei materiali utilizzati e la complessità dei lavori. In generale, il costo può variare da poche migliaia di euro fino a diverse decine di migliaia di euro.

Per quanto riguarda l’isolamento termico, il costo può variare in base al tipo di materiale utilizzato e alla quantità di isolamento necessaria. Ad esempio, l’isolamento del tetto può costare tra 2.000 e 6.000 euro, mentre l’isolamento delle pareti esterne può costare tra 3.000 e 15.000 euro.

Per quanto riguarda l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, invece, il costo dipende dal tipo di sistema scelto. Ad esempio, l’installazione di pannelli solari può costare tra 3.000 e 10.000 euro, mentre l’installazione di una pompa di calore può costare tra 5.000 e 20.000 euro.

In generale, il costo totale della ristrutturazione dipende dalle esigenze specifiche dell’edificio e dalle soluzioni adottate per migliorare l’efficienza energetica. È sempre meglio chiedere preventivi a professionisti del settore per avere una stima precisa del costo dei lavori. Ma facciamo qualche esempio generico per rendere conto del costo di alcune operazioni tipiche che riguardano l’efficientamento energetico.

Comprare una nuova caldaia a condensazione per un appartamento, ad esempio, può costare fino a 3mila euro. Installare una pompa di calore in casa, invece, potrebbe anche costare 6mila euro. Ultimo esempio riguarda l’isolamento termico con tetto e cappotto il cui costo oscilla dai 15 ai 30mila euro. Se invece si volesse inserire un impianto in una villetta, che sia una pompa di calore, il fotovoltaico o pannelli solari, arriveremmo sui 40mila euro di spesa. Per un condominio, invece, il salto di due classi può toccare i 600mila euro.

Insomma, i lavori per la casa green potrebbero arrivare a costare benissimo 50mila euro. Ma per fortuna, bisogna tenere a mente che ci sono tantissimi bonus casa che potrebbero ammortizzare la spesa e che, a conti fatti, fanno pensare che forse è meglio adeguarsi subito, e sfruttare le agevolazioni. Stiamo parlando del bonus infissi, bonus ristrutturazione e del superbonus 90%. Inoltre, bisogna ricordare che tale cifra non è a fondo perduto, ma piuttosto un investimento considerando che nel tempo si stima un risparmio energetico. 

Inoltre, è un dato di fatto che ottenere un ottenere un miglioramento di classificazione degli edifici più vecchi e datati – esclusi quelli storici – conviene ai proprietari: infatti, qualora si procedesse all’adeguamento, l’immobile perderebbe valore in una futura compravendita.

Case green: gli immobili esclusi

Al momento, restano esclusi edifici di pregio storico e architettonico, luoghi di culto, edifici temporanei, le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno, e infine gli immobili autonomi con una superficie inferiore ai 50 metri quadri.

Poi possono vedere esenzione anche edifici di edilizia residenziale pubblica, dal momento che, secondo le previsioni, le opere di restauro potrebbero portare a una crescita dei canoni di affitto casa. Accanto a tutto questo c’è da considerare che ogni Paese membro può richiedere la valutazione di una particolare esenzione, per ragioni tecniche o economiche. Ad ogni modo, tale clausola prevede deroghe fino al 22% del totale degli immobili.

Case green: i bonus

Per trasformare la propria casa in una casa green si possono utilizzare gli incentivi statali come gli ecobonus 50%, bonus ristrutturazione 50%superbonus 90%.

Il bonus case green, infine, rimanda agli incentivi per l’acquisto di una casa ad alta efficienza energetica, dalla B alla A.

Si tratta, in quest’ultimo caso, di un’agevolazione che consiste in una detrazione Irpef del 50% dell’Iva versata per comprare una casa green. Per fare un esempio indicativo, qualora si acquistasse una casa del valore di 300mila euro versando un Iva del 10%, allora otterremmo una detrazione di 15mila euro dalle tasse (300.000 x 10% x 50%).

Tale agevolazione è ripartita in 10 quote costanti a partire dall’anno in cui sono state sostenute le spese e nei 9 periodi d’imposta successivi. Il bonus case green, infine, riguarda solo gli acquisti di prime o seconde case fatte entro il 31 dicembre 2023.

Domande e risposte sulle case green

  • Case green chi deve ristrutturare?
    Tutti gli edifici con classe energetica G e F. L’obiettivo è arrivare entro il 2033 con il minimo di classe energetica D. Ad ogni modo, si è ancora in attesa di approvazione ufficiale.
  • Case green detrazione 50: cos’è?
    È un’agevolazione che riguarda l’acquisto di una casa ad alta efficienza energetica (e non i lavori di ristrutturazione per l’efficientamento della propria casa). In alternativa, esiste anche la detrazione al 50% dell’ecobonus e del bonus casa.
  • Case green detrazione fiscale: esiste?
    Se si intendono agevolazioni per migliorare la classe energetica del proprio immobile, sì e sono il bonus infissi o ecobonus 50%, il bonus ristrutturazione o bonus casa 50%, e il superbonus al 90% (ex superbonus 110%).
  • Quanto costa ristrutturare per avere una casa green?
    Dipende dalla classe energetica da cui si parte, dai lavori che si vogliono effettuare e dal tipo di immobile. Un appartamento può spendere dai 2 ai 30mila euro, una villetta da 40 a 100mila euro, un condominio fino a 600mila euro. Ma sono costi indicativi: tutto dipende da quanto è la portata del lavoro.
  • Case green, c’è obbligo di ristrutturazione?
    Più che un obbligo, quello dell’Ue è un obiettivo: ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990 per poi raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Ciò detto, quello dell’Europa è una direttiva, ossia un target comune che ogni paese membro può scegliere come conseguirlo. Ogni governo dovrà dunque scrivere un piano di ristrutturazione nazionale per raggiungere l’obiettivo fissato.
  • Case green: chi deve ristrutturare?
    Stando a quanto detto precedentemente, ogni paese dell’Europa stilerà il proprio piano nazionale per l’ammodernamento degli immobili; e pertanto, sceglierà anche chi sarà esente dall’obbligo di ristrutturazione. Ciò detto, stando alla bozza europea, devono ristrutturare tutti i proprietari di immobili con classe energetica inferiore a E.
  • Come trasformare classe energetica G in A?
    Per passare dalla classe energetica G alla classe A, ci sono diverse opzioni da considerare:
  1. Isolamento termico: il primo passo per migliorare l’efficienza energetica di un edificio è migliorare l’isolamento termico, sia per quanto riguarda le pareti esterne che per quanto riguarda il tetto e i pavimenti.
  2. Sostituzione degli infissi: sostituire gli infissi vecchi con finestre e porte a taglio termico migliorerà l’isolamento termico e ridurrà la dispersione di calore.
  3. Sistemi di riscaldamento e raffrescamento: sostituire i vecchi sistemi di riscaldamento con sistemi a energia rinnovabile come pannelli solari o una pompa di calore, oltre a installare un sistema di raffrescamento adeguato, può contribuire a migliorare l’efficienza energetica dell’edificio.
  4. Verifica dell’efficienza energetica: infine, è importante verificare l’efficienza energetica dell’edificio attraverso una diagnosi energetica per individuare eventuali problemi e trovare soluzioni per migliorare l’efficienza energetica.
  • Come si misurano i consumi energetici?
    La classe energetica non misura quanto consuma un immobile ma la sua qualità da un punto di vista di efficienza energetica e termico. Pertanto, per avvicinarci ad un calcolo preciso bisogna guardare i volumi dei consumi energetici della casa, ovvero l’energia consumata in un anno per metro quadro. La sua simbologia a livello europeo è EPgl, Global Energy Performance o anche Indice di prestazione energetica globale non rinnovabile, e viene indicato nell’APE.
  • Come passare da classe G a E?
    Per passare dalla classe energetica G alla classe E, ci sono diverse opzioni da considerare, alcune delle quali possono essere simili a quelle elencate per passare dalla classe G alla classe A:
  1. Isolamento termico: come primo passo, è importante migliorare l’isolamento termico dell’edificio, sia per quanto riguarda le pareti esterne che per quanto riguarda il tetto e i pavimenti, in modo da ridurre la dispersione di calore.
  2. Sostituzione degli infissi: sostituire gli infissi vecchi con finestre e porte a taglio termico migliorerà l’isolamento termico e ridurrà la dispersione di calore.
  3. Sistemi di riscaldamento: sostituire i vecchi sistemi di riscaldamento con sistemi a energia rinnovabile come pannelli solari o una pompa di calore, e installare un sistema di raffrescamento adeguato, può contribuire a migliorare l’efficienza energetica dell’edificio.
  4. Verifica dell’efficienza energetica: infine, è importante verificare l’efficienza energetica dell’edificio attraverso una diagnosi energetica per individuare eventuali problemi e trovare soluzioni per migliorare l’efficienza energetica.
  • Come realizzare una casa green
    Una casa ecologica e autosufficiente si può realizzare da soli a piccoli passi o rivolgersi da subito a dei professionisti. Si può iniziare con piccoli accorgimenti, ovvero passando a materiali rispettosi dell’ambiente e strumenti che usano energia pulita. Ad esempio, si possono acquistare nuovi dispositivi a Led che consumano molta meno energia rispetto alle vecchie lampadine; acquistare elettrodomestici classe A+; sostituire vecchie finestre o guarnizione rovinate con nuovi infissi a taglio termico che non disperdano calore; installare impianti ad efficienza energetica come pompe di calore; iniziare produrre autonomamente energia in casa installando pannelli solari o fotovoltaici; infine, ricoprire l’esterno o anche l’interno dell’abitazione con un cappotto termico per isolamento termoacustico.

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Case green: cosa sono e cosa fare entro il 2030

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