Bonus casa 2024, quali sono: elenco completo

Tutte le agevolazioni per la casa che puoi richiedere oggi: sconti, detrazioni, ristrutturazione, elettrodomestici, ecc

Dagli elettrodomestici, all’arredamento, fino all’efficientamento energetico: in campo ci sono tantissime agevolazioni che spesso e volentieri sfuggono al proprietario di immobile; diversamente, se presi in tempo, è possibile compiere quel salto di qualità per la propria casa sfruttando sconti e rimborsi statali. Ecco qui l’elenco di tutti i bonus e le agevolazioni per la casa che puoi richiedere quest’anno.

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Bonus casa 2024: tutte le agevolazioni

Partiamo dalla manovra finanziaria che da qui ai prossimi mese governerà fisco, tasse e agevolazioni nel nostro Paese. In particolare, si è posta l’attenzione sui costi relativi alla casa, sia per quanto riguarda l’acquisto che in generale la manutenzione; e considerando il carovita si sono resi necessari interventi sulla casa, alcuni ex novo altri semplicemente prorogati. Per dare una panoramica generale, che andremo a definire paragrafo per paragrafo, agevolazione per agevolazione, possiamo dire che in seguito alla manovra le novità più importanti sono le seguenti:

  1. Bonus Ristrutturazione:
    • Resta in vigore fino al 31 dicembre 2024.
    • La percentuale di detrazione spettante rimane invariata.
    • Il limite massimo di spesa è di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare.
  2. Ecobonus:
    • Resta in vigore fino al 31 dicembre 2024.
    • Non ci sono modifiche sulla percentuale di detrazione o sull’elenco delle spese ammesse.
  3. Bonus Mobili:
    • Confermato nel 2024, ma con un limite ridotto.
    • La detrazione, pari al 50% delle spese sostenute, ora ha un massimo di 5.000 euro (rispetto agli 8.000 euro previsti fino al 2023).
  4. Bonus Barriere Architettoniche:
    • Ridimensionato nel 2024.
    • Alcuni lavori incentivati fino allo scorso anno non sono più agevolati.
    • L’accesso alle opzioni per la cessione del credito e lo sconto in fattura è stato limitato.
  5. Superbonus:
    • Dal 1° gennaio 2024, il superbonus del 110% viene meno.
    • Il bonus potenziato per gli under 36 che acquistano la prima casa non è più disponibile.
    • L’IVA ridotta sulle case green è stata abolita.
  6. Caldaie a Gas:
    • Questo è l’ultimo anno per beneficiare delle agevolazioni sulle caldaie a gas, in quanto dal 2025 verranno meno gli incentivi pubblici per questo tipo di spese.
  7. Salva-Mutui: il mutuo potrà essere rinegoziato passando dal tasso variabile a quello fisso. La misura si rivolge a coloro che hanno un Isee fino a 35mila euro e devono rinegoziare un finanziamento che non superi i 200mila euro.

Bonus salva-mutui: passaggio da tasso variabile al fisso

D’ora in poi le banche saranno costrette ad accettare la richiesta di passaggio dal tasso variabile a quello fisso. È quanto stabilito dall’ultimo decreto legge sulla rinegoziazione dei mutui, in modo da ‘bloccare’ il tasso di chi paga troppo. Ciò può avvenire a tre condizioni: il mutuo non deve superare i 200mila euro; l’Isee dei richiedenti non deve essere superiore ai 35mila euro e non bisogna avere rate arretrate. 

Il nuovo tasso applicato dalle banche verrà scelto con il seguente meccanismo: tra il minore Irs a 10 anni e quello attivabile per la durata residua del mutuo. Questo non significa che il nuovo tasso sarà inferiore a quello ottenuto col variabile. L’obiettivo del passaggio al tasso fisso, infatti, è ottenere una rata fissa e costante per tutto il piano di rimborso, senza più sorprese. Ecco quanto ti conviene passare oggi al fisso: scarica un preventivo da presentare alla tua banca per rinegoziare.

Focus: Come convincere la tua banca a rinegoziare con i preventivi

Bonus case green

Nella gamma dei bonus che puoi richiedere per la casa torna anche quella dedicata all’acquisto. Si tratta della detrazione del 50% dell’Iva per l’acquisto di immobili in classe energetica A o B. Il bonus case green sull’Iva è cumulabile anche con altre agevolazioni previste per l’acquisto di immobili ristrutturati da imprese, ad esempio, oppure – come spesso accade – anche sui costi per la realizzazione di box in vendita insieme alle case.

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D’altro canto, troviamo il Bonus Verde, ossia la detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per i seguenti interventi:

  • Sistemazione verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi
  • Realizzazione di coperture verdi e di giardini pensili.

Come funziona? Tale detrazione va ripartita in 10 quote annuali di pari importo, calcolata su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo. Il bonus comprende le eventuali spese di progettazione e manutenzione connesse all’esecuzione degli interventi.

Bonus ristrutturazione o bonus casa 50%

Il bonus ristrutturazione o bonus casa è una detrazione fiscale del 50% per lavori di restauro dell’immobile. Il bonus riguarda lavori su immobili residenziali; pertanto, va bene anche una pertinenza purché sia adibita ad uso residenziale, appunto. La differenza tra bonus ristrutturazione ed ecobonus è che quest’ultimo implica lavori più complessi destinati all’efficienza termica, mentre il bonus ristrutturazione consente di sostituire finestre in locali non riscaldati. E spesso, quando si parla di bonus infissi senza ristrutturazione, ci si sta riferendo a questo tipo di intervento meno invasivo. Per il bonus ristrutturazione il limite di spesa è 96 mila euro, detraibile con sconto Irpef in 10 rate, cessione del credito o sconto in fattura immediato.

Ecobonus 50%

L’ecobonus è una detrazione fiscale del 50% e consente di sostituire le serramenti di immobili di qualsiasi categoria catastale. La particolarità di questo sconto, infatti, è che riguarda soltanto la sostituzione o la modifica mirata all’efficientamento energetico, e non può essere richiesto per l’installazione di un infisso o per immobili privi di riscaldamento. In questo senso, si differenzia dal bonus ristrutturazione. Per questo bonus il limite di spesa è 60 mila euro detraibili al 50% con 10 rate annuali, cessione del credito o sconto immediato in fattura.

Bonus barriere architettoniche

Agevolati per altri tre anni i bonus barriere architettoniche fino al 2025. È infatti prevista una proroga per la detrazione del 75% sugli interventi diretti a rimuovere limiti e ostacoli agli spostamenti o alla fruizione di servizi, specialmente da parte dei disabili.

Infatti, scopo di questo bonus è quello di rendere gli edifici privati più accessibili alle persone con disabilità o anziane La detrazione deve essere divisa in 5 quote annuali pari al 75 per cento delle spese sostenute, e che come tali devono essere documentate. A tal proposito, esistono dei limiti spesa ovvero: 

  • 50.000 euro per edifici unifamiliari o per le unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno;
  • 40.000 euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio edifici composti da 2 a 8 unità immobiliari;
  • 30.000 euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio edifici composti da più di 8 unità immobiliari.

Tra le novità introdotte c’è la regola di condominio, per cui, in sede di assemblea condominiale sui lavori da fare, occorre che la maggioranza dei partecipanti all’assemblea rappresentino un terzo del valore millesimale del caseggiato.

beneficiari del bonus barriere architettoniche sono persone fisiche, enti pubblici e privati, società, associazioni tra professionisti e i soggetti che conseguono reddito d’impresa. Inoltre i lavori sono agevolabili se all’interno dell’edificio sono presenti individui con più di 65 anni d’età o persone con disabilità.

Trattandosi di una detrazione il bonus barriere architettoniche va richiesto durante la dichiarazione dei redditi. In alternativa si può ricorrere alla cessione del credito o allo sconto in sconto in fattura.

Leggi: Come compilare 730 per la dichiarazione dei redditi e ottenere le agevolazioni

Sismabonus

Il sismabonus è una detrazione fiscale prevista dall’Italia per l’efficientamento sismico degli edifici privati. La detrazione consente di detrarre dalle tasse una parte delle spese sostenute per l’efficientamento sismico degli edifici, al fine di migliorare la sicurezza degli edifici privati in caso di terremoti. La detrazione è del 110% delle spese sostenute, fino a un massimo di 96.000 euro per unità immobiliare e può essere fruita in 5 rate annuali di pari importo. Tale detrazione al 50% spetta per le spese sostenute dal 1º gennaio 2017 al 31 dicembre 2024.

Come spiegato dall’Agenzia delle Entrate, la detrazione è più elevata (70 o 80%) quando dalla realizzazione degli interventi si ottiene una riduzione del rischio sismico di 1 o 2 classi e quando i lavori sono stati realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali (80 o 85%). Anche chi compra un immobile in un edificio demolito e ricostruito nei Comuni in zone classificate a “rischio sismico 1”, può detrarre dalle imposte una parte consistente del prezzo di acquisto (75 o 85%, fino a un massimo di 96.000 euro).

Approfondisci: Proroga sismabonus 2024: requisiti e richiesta

Bonus caldaia

Il bonus calda o ecobonus è una detrazione fiscale che ti consente di sostituire l’impianto termico a costi notevolmente ridotti. L’agevolazione, infatti, prevede due aliquote: una del 50% ed una del 65% (in alcuni casi fino al 90%).  L’ecobonus per la sostituzione della caldaia rientra dunque nelle detrazioni fiscale sull’Irpef e sull’Ires che si possono ottenere in fase di dichiarazione dei redditi. Il bonus caldaia ti consente così di ottenere indietro la percentuale della spesa in 10 quote annuali. Stando al decreto rilancio, chi lo volesse può installare una nuova caldaia pagando il 50% o il 65% del costo originario.

Leggi la guida: Bonus caldaie: come funziona lo sconto e scadenza

Approfondisci: Caldaie a gas vietate dal 2029? Ecco quali alternative

Bonus mobili ed elettrodomestici

La legge di bilancio ha confermato la detrazione fiscale al 50% sull’acquisto di mobili ed elettrodomestici. La novità è che per quest’anno il bonus si arricchisce rispetto al precedente. Infatti, il tetto per la spesa salirà a 8mila euro nel 2023, per poi tornare di 5mila euro nel 2024. Pertanto, si può richiedere la detrazione al 50% ma per una spesa che non superi, quest’anno, gli ottomila euro; e per ottenere la detrazione è necessario che la spesa sia sostenuta entro il 31 dicembre 2024.

Il bonus mobili ed elettrodomestici spetta a coloro i quali realizzano interventi di recupero del patrimonio edilizio a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto.

La regola è sostanzialmente questa: la data di inizio lavori deve sempre precedere quella dell’acquisto dei beni. In generale, si può richiedere per: 

  • aver effettuato lavori di manutenzione straordinaria;
  • aver effettuato lavori di restauro e risanamento conservativo;
  • aver effettuato ristrutturazione edilia su singoli appartamenti;
  • aver effettuato ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi;
  • aver effettuato lavori di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni del condominio;
  • aver acquistato mobili, arredi ed elettrodomestici di classe non inferiore alla A per forni, E per lavastoviglie, lavasciugatrici e lavatrici e F per frigoriferi e congelatori

Sul sito dell’Agenzia delle Entrate fornisce un elenco di quali elettrodomestici sono ammessi alla detrazione: frigoriferi e congelatori (di classe non inferiore alla F), lavastoviglie, lavatrici e lavasciuga (di classe non inferiore alla E), forni (di classe non inferiore alla A), stufe elettriche, radiatori e ventilatori elettrici. Infine, previsti anche dal bonus mobili 2023 sono armadi e cassettiere, letti e materassi, librerie e scrivanie, tavoli e sedie, divani e poltrone, come pure degli apparecchi di illuminazione.

Anche in questo caso, il bonus mobili ed elettrodomestici si può ottenere in dichiarazione dei redditi. È necessario dunque conservare l’attestazione del pagamento (ricevuta del bonifico, ricevuta di avvenuta transazione, per i pagamenti con carta di credito o di debito, documentazione di addebito sul conto corrente) e le fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti. 

Approfondisci: Come detrarre il bonus in dichiarazione dei redditi

Cedolare secca per gli affitti

Confermata con la legge di bilancio anche la cedolare secca per l’affitto degli immobili. Tale conferma è un’ottima notizia per il proprietario dell’immobile perché gli consente di ottenere come agevolazione fiscale l’esenzione dal pagamento dell’imposta di registro alla registrazione del contratto, di quella di bollo all’atto di registrazione, delle addizionali Irpef, comunali e regionali.

La cedolare secca è infatti un’imposta sostitutiva dell’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) e dell’IRAP (Imposta sul Reddito delle Attività Produttive) per i redditi derivanti da locazione di immobili ad uso abitativo e ad uso non abitativo. Essa consente di optare per un’aliquota fissa del 21% per i contratti di locazione ad uso abitativo e del 10% per quelli ad uso non abitativo, al posto delle aliquote IRPEF e IRAP ordinarie. Riassumendo, i vantaggi per il proprietario di un immobile che affitta casa con la cedolare secca sono:  

  1. Aliquota fissa: l’aliquota fissa del 21% per i contratti di locazione ad uso abitativo e del 10% per quelli ad uso non abitativo può essere più conveniente rispetto alle aliquote IRPEF e IRAP ordinarie. La novità è l’aliquota per gli affitti brevi al 26%.
  2. Semplificazione della dichiarazione dei redditi: optando per la cedolare secca, non è necessario compilare la dichiarazione dei redditi per i redditi da locazione.
  3. Maggiore stabilità del reddito: l’aliquota fissa consente di sapere in anticipo quanto si dovrà pagare di imposte sui redditi da locazione, senza la necessità di calcolare le variazioni del reddito.
  4. Maggiori possibilità di locazione: l’opzione per la cedolare secca può rendere più attraente per i proprietari di immobili offrire i propri immobili in locazione.
  5. Esclusione delle spese per la manutenzione degli immobili dalla base imponibile.

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